Presentato il 26 maggio l’annuale rapporto ISPRA sui Rifiuti Speciali, cioè i rifiuti derivati dalle attività agricole e agro-industriali; dalle attività di demolizione, costruzione e scavo; dalle lavorazioni industriali, artigianali, di tipo commerciale, di servizio e dalle stesse attività di recupero e smaltimento di rifiuti.
Complessivamente in Italia nel 2018 (anno di riferimento del Rapporto) sono stati prodotti circa 152 milioni di tonnellate di rifiuti (+ 3,7% rispetto anno precedente) di cui 94% pericolosi e 6% non pericolosi. Sia l’avvio a recupero che l’avvio a smaltimento di questi rifiuti è aumentato (rispettivamente del 4% e 4,5%). Il Nord Italia si conferma come l’area a maggior percentuale di recupero (53%) dei rifiuti gestiti a livello nazionale. Come tipologie di sostanze recuperate si confermano le inorganiche (38,4%, costituite principalmente da materiali di risulta da attività di costruzione/demolizione), i metalli (13,8%) e le organiche (7,4% del gestito). La principale quantità di rifiuti pericolosi deriva dal settore manifatturiero (37,1% del totale, in prevalenza metallurgia, chimica/farmaceutica, raffinazione di prodotti petroliferi, fabbricazione di prodotti in metallo) e dal settore di trattamento dei rifiuti (33,7%).
Questa tipologia di dati (percentuale di avvio a smaltimento/recupero dei rifiuti gestiti a livello nazionale) è di primaria importanza a livello di analisi LCA per determinare su base statistica il potenziale impatto ambientale dei sistemi di recupero/smaltimento dei rifiuti prodotti nelle varie fasi del ciclo di vita.