Sostenibilità certificata per affrontare la crisi
L’aumento delle temperature e degli eventi atmosferici sta già impattando sui sistemi agricoli, è stato calcolato che se le agricolture del pianeta non riusciranno ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche, nei prossimi decenni la produzione alimentare globale potrebbe ridursi del 10% e addirittura di un quarto entro fine secolo, con conseguenze preoccupanti sui costi per la produzione e aumento dei prezzi delle materie prime.
L’obiettivo del Green Deal è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 attraverso piani incentrati sull’economia sostenibile; per ricevere i sostegni previsti dalla Commissione europea, gli Stati Membri devono destinare il 37% della spesa all’economia verde e il 21% agli investimenti digitali.
In questo contesto le certificazioni (accreditate) garantiscono l’applicazione degli standard internazionali, incrementano la fiducia nella qualità dei prodotti e favoriscono lo scambio di informazioni di carattere ambientale, assicurando ai consumatori trasparenza e affidabilità sull’origine degli alimenti in commercio mediante Denominazioni di origine e Indicazioni geografiche.
Le normative di riferimento sono:
- Norma UNI CEN EN ISO/IEC 17025 garantisce la sicurezza degli alimenti
- Norma UNI EN ISO 22005 regola i sistemi di tracciabilità nelle filiere agroalimentari
Vanno ricordati anche altri schemi di certificazione accreditata, come la produzione integrata, secondo la norma UNI 11233 promossa dai sistemi di Politica Agricola Comune (PAC); la certificazione di prodotti agricoli secondo lo standard GlobalGAP; la gestione forestale certificata PEFC; la Sostenibilità di biocarburanti, bioliquidi e biometano.
Alle certificazioni specifiche dell’agroalimentare, si affiancano poi altre certificazioni accreditate che riguardano gli aspetti ambientali ed energetici lungo tutta la filiera.
Ma come si può valutare l’impatto ambientale di un prodotto/servizio per migliorarne l’efficienza e aumentarne il valore in termini di sostenibilità?
Lo strumento adatto è lo studio LCA, la metodologia LCA o Life Cycle Assessment si basa infatti sullo studio e sulla valutazione del ciclo di vita di un prodotto o di un servizio attraverso l’analisi delle fasi che lo caratterizzano: dall’approvvigionamento di materie prime, ai processi di trasformazione, al trasporto e alla distribuzione fino all’utilizzo/consumo e allo smaltimento.
I risultati di questa analisi contribuiscono allo sviluppo di strategie finalizzate a migliorare le prestazioni ambientali e ad aumentare la competitività sul mercato, specialmente quello del Food, sempre più attento alla scelta di prodotti la cui sostenibilità sia certificata.
In termini di comunicazione strumenti quali la Environmental Product Declaration (EPD) o le impronte ambientali (quali Carbon o Water Footprint) rappresentano le migliori garanzie per fornire ai propri stakeholders dati ed informazioni affidabili sul ciclo di vita del prodotto agroalimentare.
LCA Ambiente supporta le aziende nell’Analisi del Ciclo di Vita dei loro prodotti (LCA), funzionale alla redazione della Dichiarazione Ambientale EPD necessaria per una corretta e trasparente comunicazione dei criteri di sostenibilità soddisfatti.
Puoi contattarci all’indirizzo info@lca-ambiente.com oppure info@scfinternational.it: siamo a disposizione per rispondere alle tue domande e affiancarti nel raggiungimento dei tuoi obiettivi di sostenibilità!